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IL NEOLIBERISMO HA FALLITO

Che l’ideologia neoliberista fosse sciagurata e propedeutica al fallimento degli Stati, era noto alla maggior parte degli abitanti del pianeta. Che finalmente lo ammettesse il FMI era meno scontato.

Nei giorni scorsi, una delle riviste ufficiali del FMI, "F&D", ha pubblicato un articolo a firma di tre dei più importanti economisti del Fondo dal titolo indicativo: "Neoliberalism: Oversold?", in altre parole, tradotto in volgare, il neoliberismo è un pacco.

Dall’articolo emerge che le politiche di austerità e scarsi controlli sui movimenti di capitali, ispirate dal pensiero neoliberista, hanno aumentato la disuguaglianza, invece di creare crescita.
Proprio la disuguaglianza potrebbe minare le basi della crescita che a parole si persegue. Gli autori dell’articolo, affermano che “i politici dovrebbero essere più aperti alla redistribuzione di quanto non siano ora”.

Il FMI, dunque, lascia intendere la convinzione che il neoliberismo è un fallimento. Neanche si accenna, però, nell’articolo che lo squilibrio ha determinato la concentrazione della ricchezza mondiale nelle mani di una parte residuale dei suoi abitanti. L’1% degli abitanti del pianeta, detiene tanta ricchezza quanto quella nelle tasche del 99%, come riportato dall’Oxfam nel gennaio di quest’anno. In particolare, secondo l’Oxfam, 62 persone detengono tanta ricchezza quanta quella detenuta dalla metà più povera della popolazione mondiale.

Il FMI cita il Cile come precursore delle politiche neoliberiste, poi adottate da molti paesi nel mondo. Il Cile campione del neoliberismo, era guidato dal dittatore Augusto Pinochet, sostenuto dagli Stati Uniti, responsabile dell’uccisione e scomparsa di 30.000 persone. E’ bene rammentarlo, perché in tutta l’America latina, il neoliberismo ha avuto come socio il terrorismo di stato.

Tutt’oggi i Paesi irretiti dal neoliberismo, propugnano, più o meno velatamente la necessità di governi autoritari che chiudano progressivamente gli spazi democratici di libero pensiero e confronto, faticosamente conquistati dai popoli occidentali.

Significativamente l’articolo degli economisti del FMI, finisce esortando i politici a non lasciarsi guidare dalla fede, ma dalle prove di ciò che ha funzionato.