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Grande fauna in diminuzione? Aumenta il rischio di infezioni.

Una ricerca di un gruppo di studiosi americani, ha stabilito che la diminuzione della grande fauna selvatica aumenta il rischio di trasmissione di malattie dagli animali agli esseri umani (zoonosi).
Secondo la ricerca, presentata in un articolo pubblicato su "Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America", il rischio di zoonosi è moltiplicato dalla proliferazione esponenziale di pulci infette, abitualmente ospitate da topi, ratti e roditori in genere.

La ricerca ha preso le mosse dalla constatazione che le zoonosi si sviluppano maggiormente nelle aree in cui le specie di animali selvatici di grandi dimensioni sono in diminuzione.
I meccanismi che regolano il fenomeno, sono stati studiati dagli scienziati in Kenya, presso le strutture dov'è in corso il Kenya Long-Term Exclosure Experiment, un esperimento per studiare gli effetti dell'esclusione della grande fauna sugli assetti ecologici del territorio: per realizzare l'esperimento, è stata creata un'area libera da grandi animali.

I ricercatori hanno misurato le modificazioni nella quantità di specie di roditori, di specie di pulci e nel numero di pulci infettate da batteri del genere Bartonella: un batterio diffuso ovunque che causa numerose patologie, anche umane, ospitato principalmente dai roditori.

Nelle aree prive di grandi animali, come risulta dai dati raccolti, non solo il numero di roditori è raddoppiato, ma, per motivi ancora non chiari, è raddoppiata la densità di pulci sui singoli roditori.
E' facile prevedere un marcato aumento del rischio di zoonosi, dovuto al fatto che, in genere, in assenza di grandi animali aumenta il contatto fra roditori ed esseri umani.
Infatti, per un verso, una maggiore presenza di uomini causa la perdita di fauna selvatica e, dall'altro, una quantità maggiore di persone frequenta maggiormente aree ritenute più sicure perché libere da specie animali che possono essere pericolose.

Quest'aumento di rischio, osservano i ricercatori, non è compensato dalla minore presenza di pulci sulla grande fauna parzialmente o totalmente assente: per ragioni evolutive ed ecologiche i grandi ungulati sono quasi del tutto privi di pulci e i grandi carnivori, che possono ospitare alcune delle specie di pulci dei roditori, hanno una densità bassissima e piuttosto rari contatti con l'essere umano.
Lo studio del gruppo di ricercatori americano è concentrato su alcune specie di pulci e solo sui batteri del genere Bartonella.
Tuttavia, avvertono gli studiosi, i risultati ottenuti possono essere considerati validi anche per altri tipi di pulci e altri parassiti veicolati dai roditori, come Borrelia burgdorferi, causa della malattia di Lyme, gli hantavirus, agenti eziologici di polmoniti virali, e Yersinia pestis.
 
   Pulce del ratto xenopsylla cheopis

 
Ultimo aggiornamento Domenica 22 Giugno 2014 16:37  

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